giovedì 30 aprile 2015

LE ASSICURAZIONI COLLUSE COI POTERI FORTI

        Non paga di avere divulgato ai propri edicolanti associati il diktat di rimuovere dalle nostre locandine un richiamo ad un articolo evidentemente sgradito al foglio mortuario degli industriali di Parma, la sedicente sinistrorsa Confesercenti ha rincarato la dose indirizzando, poco dopo, una seconda missiva contenente una demenziale giustificazione di quel vergognoso attacco alla libertà di stampa. Con in più false accuse a un "responsabile della Voce di Parma" (il sottoscritto, tanto per chiarirci) di avere intimidito e minacciato alcuni edicolanti che si erano adeguati a quel minaccioso ordine per evitare chissà quali conseguenze.

Il signor Monteverdi (come già preannunciato denunciato alle competenti autorità insieme alla sua "squadristica" associazione) evidentemente non si è ancora reso conto di quello che ha fatto, della gravità di quell'ordine censorio che non risulta avere precedenti nemmeno in questa città dominata da forze occulte massonico - mafiose che non si sono mai rassegnate alla coesistenza dei loro organi di disinformazione di massa con una stampa impossibile da addomesticare.
Le hanno provate tutte. Non sto qui ad elencarvi, cari lettori, le centinaia di volte che ho dovuto varcare i portoni dei tribunali per difendere me, il mio e vostro giornale e il mio e vostro diritto ad informarvi su quello che realmente succede in questa città, dagli attacchi e dalle denunce di quella cupola massonico - mafiosa che in tutti questi anni ci ha visto come il nemico pubblico numero. Da eliminare e annientare a tutti i costi.


Ci dovevano sopprimere perché denunciavamo i loro scandali e, soprattutto, la criminosa commistione fra interessi privati e soldi pubblici che ha fatto ingrassare palazzinari e cementificatori e portato sull'orlo del baratro finanziario il nostro Comune.
Il Ponte Nord (dei fantasmi) sulla Parma è solo l'ultimo degli eco mostri che sta a dimostrare come hanno potuto ingrassare certi costruttori con il pubblico denaro sottratto da politici corrotti ai bisogni della popolazione, specialmente di quella più debole e indifesa. Una costruzione abusiva e aberrante che in qualunque altra parte della terra avrebbe cacciato in galera politici, progettisti e costruttori e che invece ancora oggi è lì a dimostrare l'impunità garantita  a certi signorotti della città da un Tribunale e una Procura collusi con i potenti e i prepotenti. 


La vergognosa censura ordinata dalla Confesercenti ai suoi edicolanti associati dimostra una volta di più la collusione coi poteri forti di quella che una volta era a pieno titolo la sinistra parmigiana. Anziché difendere gli interessi dei suoi associati contro il colosso editoriale confindustriale, questa sedicente associazione sinistrorsa si scaglia, agitando la bandiera del totalitarismo, contro l'unica minuscola  realtà editoriale che a mama pena scalfisce il monopolio del colosso confindustriale. Un a obrobriosa alleanza, questa, un tempo considerata contro natura, che non rappresenta certo una novità ma che si proietta sulla base dall'alto, da un partito, il Pd, che a Parma e in Emilia ha perso ogni contatto con i ceti popolari.


E la gente comune lo sa. Lo ha ben capito quando alle ultime elezioni comunali ha trombato il signor Vincenzo Bernazzoli, uomo di punta del partito democratico locale e, al tempo stesso, candidato più gradito dall'Unione Parmense Industriali. E anche quando, qualche mese fa, ha protestato contro questi faccendieri "rossi" della politica nella regione più "rossa" d'Italia, con un clamoroso sciopero elettorale. 

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