giovedì 30 aprile 2015

L'ULTIMA SPIAGGIA DELLA GAZZETTA. SOSTITUISCE I GIORNALISTI CON I GIORNALAI


Vi dico subito, cari lettori, che la notizia più clamorosa di questa settimana non è la scoperta della identità (a noi già ben nota) del pluriergastolano che ha cercato di salvare Tommaso Ghirardi dalle conseguenze (soprattutto penali) del tracollo finanziario del Parma Calcio, inguaiando i vertici della Guardia di Finanza. Nè l'ennesima boccata d'ossigeno che gli stregoni accorsi al capezzale dell'aeroporto hanno deciso di somministrargli, anziché staccargli definitivamente la spina. E nemmeno l'incredibile notizia, che mi auguro sia solo una bufala gazzettiera, che il sindaco Pizzarotti vorrebbe contribuire, con qualche decina di migliaia di euro, prelevati dalle tasche esauste dei contribuenti parmigiani, a questo accanimento terapeutico voluto dai suoi amici (e burattinai) dell'Unione Industriali.

E ciò nonostante casse comunali così vuote da non permettergli di continuare a garantire i servizi essenziali ai disabili o qualche piccolo contributo alle fasce più deboli e indifese dei cittadini che in questo momento stanno tirando la cinghia e soffrendo le conseguenze di una crisi che pare non avere sbocchi.
La notizia più clamorosa è, a mio avviso, quella che anche i vertici del foglio mortuario degli industriali (alias Gazzetta di Parma) si sono finalmente resi conto che questa loro creatura che chiamano giornale è poco interessante e incompleta.
E sapete, cari lettori, qual è la medicina alla quale hanno pensato di ricorrere il direttore Molossi e l'amministratore delegato Montan per rendere "interessante e completo" quello che noi abbiamo sempre definito l'organo di disinformazione di massa dei parmigiani? Semplice. Anzi, elementare: sostituire i giornalisti con i giornalai.

Sì, avete capito bene, cari lettori, una cinquantina di giornalisti professionisti e qualche centinaio di collaboratori non riescono a rendere "interessante e completo" il foglio funerario di via Mantova. E allora ecco estrarre dal cilindro il colpo della genialità: sostituire questi scribacchini di professione, che, tra l'altro, hanno anche il brutto vizio di pretendere di essere pagati, con gli edicolanti, cioè i rivenditori non solo del foglio mortuario, ma anche del nostro piccolo grande giornale. Dai giornalisti ai giornalai, dunque. Questa la miracolosa medicina inventata dai vertici gazzettieri per uscire da uno stato di crisi, proclamato ufficialmente nel settembre 2013, ma risalente a molti anni prima e concretizzato in una drammatica fuga di lettori che hanno abbandonato in massa in pochi anni un giornale che ai tempi di Baldassarre Molossi tirava oltre cinquantamila copie.


Il primo tentativo di bloccare questa diserzione di massa è stato il ricorso più naturale per un foglio cimiteriale: rianimare i morti. Cioè sostituire quelle facce smorte, tristi, piuttosto depresse dei defunti in bianco e nero con quelle sgargianti, sorridenti, soddisfatte, quasi euforiche, dei de cuius a colori.
Niente da fare. Il rimedio, evidentemente non è servito a nulla. Non solo non ha guarito l'ammalato, ma ha aggravato il suo stato di salute facendo incazzare la parte più intelligente e democratica dei pochi lettori rimasti che si era convinta che di fronte alla morte fossimo tutti uguali e che, almeno al momento dell'addio, non dovessero esserci distinzioni fra morti di serie A e morti di serie B.


Ecco allora l'estremo tentativo di rianimare questo foglio facendolo scrivere anziche ai giornalisti ai giornalai.
L'idea, devo dire la verità, mi sembra buona. Anche se un po' vecchiotta. Noi della Voce, infatti, da sempre otteniamo le migliori notizie, gli scoop più clamorosi,  proprio dai nostri amici edicolanti. Sono loro, assieme ai nostri lettori, che da sempre scrivono i migliori pezzi su questo nostro piccolo grande giornale.
E l'ultimo scoop che ci hanno offerto su un piatto d'argento è proprio questo: quello della clamorosa notizia che la Gazzetta anche su questo versante vuole copiarci. 
        

            
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